Diseredazione

Diseredazione: chi può essere escluso

La diseredazione è la disposizione testamentaria a contenuto negativo, con la quale il testatore vuole escludere un erede dalla propria successione legittima. La sua validità è discussa.

Col termine diseredazione si intende la disposizione testamentaria con cui il de cuius esclude espressamente un successore legittimo dalla propria successione.

L’esclusione può essere riferita sia all’erede legittimo che a quello legittimario.

Quest’ultimo è un erede a cui la legge riserva una quota minima, detta quota di riserva, del patrimonio ereditario; i legittimari (coniuge, figli e loro discendenti e ascendenti) sono tutelati dall’azione di riduzione nel caso in cui la quota riservata fosse lesa da disposizioni donative o testamentarie.

L’erede legittimo è invece il parente che, in assenza di testamento, viene alla successione del de cuius per disposizione di legge.

Concetto di diseredazione

Prima di tutto è necessario individuare esattamente cosa si intende per diseredazione.

Lo facciamo con esempi per ciascuna categoria di successori, legittimari e legittimi.

A) Il de cuius, con 3 figli Tizio, Caio e Sempronio, non vuole che uno di loro erediti niente e potrebbe comportarsi in due modi: fare un testamento nominando eredi universali solo Tizio e Sempronio o fare un testamento dicendo soltanto “diseredo mio figlio Caio”. Il risultato è il medesimo, poiché col primo sono nominati solo Tizio e Sempronio, restando escluso Caio; col secondo resta escluso Caio, diventando eredi per legge gli altri due.

B) Il de cuius, con soli fratelli, Mevio e Antonio, non vuole che uno di loro erediti niente e potrebbe comportarsi in due modi: fare un testamento nominando erede universale solo Mevio o fare un testamento dicendo soltanto “diseredo mio fratello Antonio”. Ancora una volta il risultato è il medesimo, poiché col primo è nominato solo Mevio e Antonio è escluso; col secondo viene escluso Antonio e solo Mevio diventa erede per legge.

In entrambe le coppie di esempi, a fronte del medesimo risultato, dobbiamo considerare come vera e propria diseredazione solo il secondo di ciascuna coppia, dove il testatore intende semplicemente escludere qualcuno.

La differenza, come vedremo, è notevole e con conseguenze molto diverse. Difatti il testatore può sempre omettere di designare un erede legittimario o legittimo, detto erede preterito, ma è dubbio se possa limitarsi a dire chi non debba succedergli.

Hai qualche domanda?

È ammessa la diseredazione?

Dottrina minoritaria

In assenza di espressi divieti e privilegiando la libertà testamentaria, ammette la diseredazione, anche perché in ogni caso la disposizione negativa avrebbe l’effetto di istituire implicitamente gli altri eredi per legge.

Dottrina maggioritaria e giurisprudenza più risalente

All’opposto non la ritengono ammissibile perché affetta da nullità sotto vari profili: violazione del principio della personalità (relatio sostanziale), poiché l’individuazione degli eredi è rimessa a fonte esterna, la legge; mancanza della volontà.

Inoltre, partendo dalla definizione di testamento (art. 587 cc) che “ …è un atto… con il quale taluno dispone, per il tempo in cui avrà cessato di vivere, di tutte le proprie sostanze o parte di esse”, si ricaverebbe la sua necessaria caratteristica di strumento attributivo di propri beni mediante istituzione di erede o legato. In sostanza non sarebbe possibile al testatore limitarsi ad escludere ma dovrebbe attribuire ad altri, omettendo chi non si vuole che venga alla successione.

A ciò si aggiunga che la diseredazione costituirebbe una ulteriore causa di esclusione dalla successione rispetto alle ipotesi tassative di indegnità, dunque non consentita.

Infine si obbietta che, se si potesse modificare la successione legittima, così come si può diseredare un erede soltanto, si potrebbero diseredare tutti, e ciò con la palese contraddizione dell’ordinamento di voler individuare sempre e comunque un erede.

Diversa dalla diseredazione è l’istituzione implicita testamentaria che è comunque una vera e propria volontà attributiva, come in questo esempio “dei miei quattro nipoti, figli di mia sorella, escludo dalla successione solo Tizio”.

Giurisprudenza più recente

Recentemente la più recente giurisprudenza della cassazione 8352/2012 e 26062/2018, mutando orientamento, ritiene ammissibile la diseredazione sulla considerazione per cui nel termine “dispone” è compreso sia l’atto attributivo che destitutivo. Del resto anche la disposizione negativa destitutiva ha un contenuto patrimoniale.

Per chi ammette la diseredazione, opera o no la rappresentazione?

All’interno della teoria che ammette la diseredazione, si pone il problema se l’esclusione di un soggetto consenta o meno l’operatività della rappresentazione. C’è chi afferma l’inoperatività per il fatto che, mancando la designazione del rappresentato, ne mancherebbe il titolo per invocarla; c’è poi chi la ammette poiché la diseredazione sarebbe personale, rivolta solo a quel soggetto e non ai discendenti.

Considerazioni finali

Per concludere, l’istituto della diseredazione non è affatto pacifico ed in fase di redazione del testamento è certamente più prudente e consigliabile ottenere l’effetto di escludere qualcuno dalla successione, mediante attribuzioni dell’intero patrimonio, a titolo di erede e legato, ai soggetti che si vogliono beneficiare, prevedendo varie sostituzioni in modo tale da essere certi che il soggetto che si vuole escludere non succederà mai.

In ogni caso, sia di diseredazione vera e propria o di preterizione, l’effetto di esclusione potrà aversi soltanto per l’erede legittimo e non per il legittimario, che potrà sempre recuperare la propria quota di riserva, anche contro qualsiasi diversa volontà del testatore.

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